Università e mediazione: l’esperienza di LUISS

1395
LUISS Guido Carli, Roma

Il rapporto tra università e mediazione inizia a diventare sempre più strutturato e a suscitare crescente interesse negli studenti. Abbiamo incontrato il Prof. Antonio Gullo della LUISS Guido Carli, per raccogliere il punto di vista di un ateneo molto attivo in questo settore.

Luiss partecipa da anni alla CIM e a diversi altri moot di ADR. Un interesse così marcato per la giustizia alternativa non è così frequente nelle università italiane. Com’è nato tale interesse e com’è sostenuto dall’ateneo?

Il nostro Ateneo da diversi anni è impegnato sul fronte della formazione sui metodi di risoluzione alternativa delle controversie. Gli studenti approfondiscono non solo la disciplina che regola i vari sistemi di risoluzione dei conflitti, ma anche i principi e le modalità tecniche attraverso cui una negoziazione diretta ovvero una mediazione (i.e. una negoziazione svolta con l’ausilio del mediatore) deve essere gestita e – ancor prima – preparata con metodo scientifico. Nel nostro Ateneo la negoziazione è declinata e studiata come un “processo di apprendimento di informazioni” finalizzato a ottenere la combinazione degli interessi delle parti; un processo in cui la capacità di saper formulare domande è basilare. Si tratta dunque di un percorso per risolvere i conflitti che si basa sul modello “enquiry-based” adottato dal nostro Ateneo: sentire, connettersi emotivamente, pensare, contribuire alla creazione di nuova conoscenza e collaborare con gli altri.

All’11 edizione della CIM erano presenti ben tre team della Luiss. Tanti studenti di giurisprudenza che si interessano di mediazione sono un segnale che qualcosa sta cambiando anche nel mondo del diritto?

Alla undicesima edizione della CIM hanno partecipato tre team Luiss e ciò rappresenta un segno evidente dell’accresciuta consapevolezza del nostro Ateneo, e dei nostri studenti, circa la possibilità di apprendere professionalmente come risolvere i conflitti non solo attraverso le regole giuridiche, ma anche grazie al ripristino e alla gestione della interazione fra le parti; quella stessa interazione umana che aveva generato il conflitto. Si tratta, del resto, di competenze oggi richieste nel settore della mediazione civile e commerciale, della composizione negoziata per la soluzione della crisi di impresa e della mediazione penale. La crescente attenzione del legislatore verso tali sistemi alimenta nuovi percorsi sulla strada della conoscenza scientifica; percorsi guidati dal sempre maggior interesse verso il funzionamento di tutti quei meccanismi che mirano a ottenere un “ordine negoziato”, piuttosto che a ristabilire un “ordine imposto”.

L’attenzione della Luiss è rivolta alla negoziazione e alla mediazione per i futuri giuristi. È ipotizzabile un coinvolgimento anche di altri corsi di laurea dell’ateneo?

Si tratta di competenze non confinate all’ambito giuridico e, per questa ragione, la Luiss ha inserito in altri corsi di laurea percorsi dedicati alla scienza della negoziazione. Il nostro Ateneo partecipa anche quest’anno al Campionato del Mondo di Negoziazione (The Negotiation Challenge) con 7 team, per un totale di 21 studenti provenienti tanto dal corso di laurea in Giurisprudenza quanto da quelli di ambito economico.

Guardando al futuro, quali sono i progetti di sviluppo dell’università riguardo le alternative dispute resolution?

L’Ateneo, anche grazie alle recenti interlocuzioni con i Comitati di Indirizzo monitora con attenzione l’andamento dell’offerta formativa. I programmi di negoziazione rappresentano, come visto, una importante componente su cui la Luiss continuerà a investire.