A cura di Isabella Buzzi, Mediatrice, Formatrice, Founder and President of Tracce di Luce APS ETS
Definizione in un minuto: Cos’è l’ascolto?
Ciò che ci consente di entrare in contatto direttamente con l’ambiente che ci circonda e che ci permette di sintonizzarci, anche con ciò che non possiamo vedere o toccare, è l’udito.
“Ascoltare” è l’uso cosciente, consapevole e intenzionale del nostro senso dell’udito.
Mediazione e Ascolto: parole, silenzi e connessioni
Mettersi in ascolto va al di là dell’esercizio dell’ascoltare suoni, occorre dare un senso alle parole, occorre immergersi in un contesto per riconoscere e accettare l’altro come persona, dandogli valore e riconoscendone la dignità.
Sentirsi Ascoltati, significa sentirsi compresi emotivamente anche per ciò che non riusciamo ad esprimere, ma che fa parte del nostro vissuto del momento.
Chi sa ascoltare sta in silenzio, genera fiducia e accoglienza. L’ascolto attivo ed empatico coinvolge tutto il nostro essere in una esperienza di attenzione totalizzante.
La mediazione è un percorso di ascolto di parole che spiegano, che esternano sentimenti, opinioni e idee, che esprimono negazione e rifiuto oppure affermazione e accordo, che dubitano e chiedono e, alla fine, di parole scritte per suggellare l’accordo.
In mediazione le parole devono essere poste nella giusta direzione, non possono restare caotiche espressioni a senso unico delle proprie pretese e dare sfogo cieco. Occorre fare silenzio e mettersi in ascolto: che cosa vogliamo davvero ottenere? Stiamo davvero perseguendo i nostri obiettivi a breve e a lungo termine? In mediazione occorre pensare.
Paradossalmente, il suono che meglio interpreta alcuni momenti chiave del percorso di mediazione è il silenzio, non quello vuoto e imbarazzato, ma quello che crea spazio al pensiero e dà voce alla creatività. Riconoscere e apprezzare il valore del silenzio, restando in ascolto, permette di connettersi con la nostra profonda saggezza e di accogliere nuove prospettive.
Se si lascia lavorare il mediatore, il cui compito è di connettersi con ciascun partecipante, ognuno in mediazione può ascoltare meglio sé stesso e dare maggiore ascolto agli altri. Ciò non garantisce accordi, ma garantisce comprensione e consapevolezza.
Storie di mediazione: mi ricordo quella volta che …
“Non so che cosa dire, mi fa piacere che tu mi chieda il mio parere e che lo voglia davvero ascoltare in silenzio. Se ci fossero stati prima momenti come questo non saremmo arrivati a questo punto di rottura”, da quel momento i fratelli cambiarono atteggiamento e cominciarono a collaborare e a pianificare la divisione.
“Credo che sia la prima volta che sono riuscito ad esprimere sinceramente quello che vorrei per il futuro della nostra azienda, forse perché per la prima volta non mi hai interrotto con i tuoi piani, ma hai ascoltato fino in fondo quello che io avevo da dirti”.
“Sono qui perché avevo bisogno che mi ascoltassi, perché ti sei negato per mesi?”. “Perché sono stanco di sentirmi accusare e offendere”. “Te lo sei meritato perché ti sei comportato da vigliacco”. “Vedi? Sai solo offendere! Me ne vado”.
Mediatore: “Sento tanta rabbia ma anche tanta solitudine, di che cosa voleva parlargli?”
“Vorrei che per una volta mi lasciasse finire quello che ho da dire, senza controbattere, non sono bravo ad esprimermi e lui mi mette sempre fretta, saltando alle conclusioni. Io voglio trovare davvero un modo per risolvere questa situazione, ma non come vuole lui, perché comporterebbe troppi rischi per me e la mia famiglia”. “Ti ascolto dai, non ti interrompo più!”.
Se l’ascolto fosse l’eroe principale di un cartone animato, quale sarebbe lo speciale superpotere che gli consente di risolvere il conflitto?
In un mondo di cartoni animati, immaginiamo il conflitto come confusione chiassosa, caotica e buia: la natura, gli animali e gli umani si agitano e gridano, si scontrano e si feriscono. L’ASCOLTO è il supereroe fatto di luce e di tepore. Un supereroe che sa illuminare il buio e mettere armonia nei suoni, permette di guardarsi e di riconoscersi nella propria umanità. Quando sei con lui ti senti rasserenato e calmo, perché capisci meglio che cosa c’è intorno a te e non ne sei più spaventato. Attraverso le nubi dell’emotività, l’ASCOLTO fa chiarezza, illumina la direzione da prendere, per cercare insieme la soluzione ai problemi.