a cura di Stefania Lattuille
mediatrice – avvocata
formatrice – facilitatrice
Ascolto Attivo s.r.l.
Definizione in un secondo: cos’è lo schermo in mediazione?
È lo strumento che permette la visione in technicolor, e l’ascolto
amplificato, del racconto delle storie di vita e del dialogo tra le persone
in lite.
Mediazione e schermo: connettività = connessione?
Lo schermo favorisce l’incontro ma talvolta anche lo scontro. Di sicuro
condiziona il confronto, mediato dallo schermo oltre che dal terzo
facilitatore.
La connettività accorcia le distanze, rende flessibili le agende, facilita
la partecipazione agli incontri e così anche la connessione delle persone,
la possibilità per loro di confrontarsi, negoziare, accordarsi.
La lontananza creata dallo schermo può sia smorzare l’animosità che
contribuire a disinibire i confliggenti.
Ovunque io sia, mi collego, ti vedo, ti parlo, ti ascolto. In uno spazio
protetto e in un tempo convenuto. Mi trovo in un setting familiare, a mio
agio, quindi più rilassato, meno aggressivo. Ma posso anche vivere
l’incontro con l’ansia che non venga rispettata la riservatezza, e quindi
chiudermi. O essere tentato di approfittarne per sfogarmi perché protetto
dallo schermo, che posso usare come scudo come quando in automobile urliamo
all’altro parole irripetibili, tanto siamo nell’abitacolo pronti a innestare
la prima.
Non permettendo il contatto fisico, l’incontro telematico limita l’arco
delle percezioni e le possibilità di interazione; non consente un reale
contatto visivo, rende più difficile non distrarsi col rischio di diventare
un telespettatore annoiato. Al contempo, lo schermo esalta il paraverbale e
il non verbale espresso dai volti (sempre che l’audio funzioni e la
telecamera non inquadri la sola fronte dell’una e la calvizie dell’altro);
fa conoscere il contesto spaziale -che pure ci parla- in cui si trovano i
partecipanti; permette la condivisione chiara e istantanea di documenti,
planimetrie, scalette e bozze di accordo, arricchendo la comunicazione.
Dibattito annoso tra mediatori: lo schermo è un ausilio o un ostacolo per
l’incontro?
Tutte e due. Sapendolo, ci si attrezza. Tanto più che ormai l’esperienza sul
campo è vasta.
Storie di mediazione: mi ricordo quella volta in cui …
L’amministratore di un condominio ha cominciato a inveire contro un
condòmino in un incontro su Zoom.
La prima -breve- parte delle invettive, caratterizzata dall’eloquio
colorito, è stata condivisa. Poi, magicamente, l’audio è venuto meno (forse,
gesticolando, l’amministratore l’ha chiuso), ma è rimasto aperto il video
con l’amministratore dalla bocca sempre più aperta, il volto rubizzo, le
mani roteanti in aria, il tutto nel silenzio generale e surreale. Con gli
altri partecipanti rimasti immobili, con lo sguardo fisso, in un misto di
stupore e ilarità, a contemplare la scena. E riflettere.
Se lo schermo fosse l’eroe principale di un cartone animato, quale sarebbe
lo speciale superpotere che gli consente di risolvere il conflitto?
Il Superpotere dello schermo in mediazione?
Incontrarsi con un click, senza poter usare il crick.
Titoli di coda: si ringraziano Zoom, Teams, Camera Arbitrale di Milano…