Nata a:
Roma per caso da mamma inglese e papà ligure.
Professione:
Avvocato e Mediatore
Ti occupi di mediazione perché:
Si vive in una società che si muove velocemente e, quando si verifica una situazione di conflitto, c’è spesso bisogno di trovare una soluzione soddisfacente a breve termine. Questo è vero tanto per l’individuo, sia esso un imprenditore o un coniuge scontento, quanto per banche, assicurazioni, multinazionali. Fare il mediatore significa offrire alle parti una guida per vincere senza sprecare le proprie energie per combattere, una via che attraverso l’ascolto, la valutazione dei bisogni reciproci, la considerazione delle alternative può portare ad una soluzione condivisa del conflitto.
La vicenda più curiosa che ti è capitata in mediazione:
Dopo una lunga trattativa le parti sembravano vicine ad un accordo, ma entrambe hanno dichiarato di volere interrompere la mediazione. La cosa mi ha lasciato perplessa. Non molto tempo dopo ho incontrato gli avvocati delle parti ad un convegno, mi hanno avvicinato insieme per ringraziarmi per l’aiuto e confermarmi che l’accordo da loro raggiunto era quello trovato in mediazione, ma avevano preferito definire per corrispondenza. Non solo…ma hanno anche versato all’Organismo l’indennità dovuta per raggiunto accordo.
Hai avuto paura quando:
Non posso dire di avere mai avuto “paura” in mediazione. Si tratta un conflitto e quindi non ci si può sorprendere o avere timore se le parti si esprimono in modo conflittuale. Si ricorre al mediatore proprio perché c’è una situazione conflittuale e spetta al mediatore portare le parti a confrontarsi in modo positivo. Certo, mi sono capitati incontri quando una delle parti si alzava per minacciare l’altra anche fisicamente e incontri dove una delle parti minacciava di uscire dalla stanza o usciva dalla stanza, ma ho sempre considerato questo tipo di comportamento come parte dell’esternazione del conflitto, situazioni che possono essere superate senza drammi, sospendendo la discussione per dare a tutti tempo di calmarsi o gestendo il disagio dando particolare attenzione a chi in quel momento non riesce a gestire la situazione nel conflitto.
La soddisfazione più grande, in mediazione, l’hai avuta quando:
Non posso ricordare un singolo episodio, ma sicuramente la cosa che mi dà maggior soddisfazione in mediazione è la consapevolezza che le parti non hanno più bisogno di me, hanno imbroccato la strada giusta per ragionare insieme e di fatto gestiscono positivamente la negoziazione verso un accordo.
La delusione più significativa è stata:
Anche qui non posso ricordare un singolo episodio, ma sono sempre fortemente delusa ogni volta che in mediazione si presenta un avvocato o il rappresentante di una società che comunica di avere il mandato di non partecipare alla mediazione. Queste risposte indicano che c’è ancora molta strada da fare perché questo istituto sia studiato e capito e diventi realmente parte del nostro sistema legale.
Una cosa che vorresti migliorare di te stessa come mediatrice:
Le cose che vorrei migliorare sono naturalmente molte. Posso dire che quello su cui lavoro di più è l’ascolto di me stessa. Ci vuole poco per fraintendere, per non dare la giusta importanza a quello che una parte ti sta comunicando, per non riconoscere l’impatto che la personalità delle parti ha su di te, eppure il riconoscere la propria situazione e le proprie reazioni è basilare se con il proprio comportamento si vuole guidar quello degli altri. Ascoltare gli altri è facile, ascoltare se stessi e giudicarsi è molto difficile.
Gli avvocati in mediazione sono:
Nella maggior parte dei casi un grande aiuto, sia perché possono cogliere e trasmettere all’altra parte e al mediatore i bisogni del proprio assistito sia perché aiutano il proprio assistito a negoziare; naturalmente ci sono anche gli avvocati che remano contro perché l’idea di fare la causa li alletta o semplicemente perché non conoscono la mediazione ed il miglior modo di operare all’interno di questa procedura nell’interesse del cliente.
I magistrati per la mediazione sono:
Una possibile fonte di divulgazione della mediazione perché possono indicare alle parti l’opportunità di esaminare la possibilità di un accordo, ma per operare in modo utile nel sistema devono mantenere il loro ruolo, non mi sembra utile che chi ha il compito di decidere chi ha ragione e chi ha torto, e magari in cuor suo lo ha già deciso, si proponga come pacificatore.
La qualità media della mediazione in Italia oggi è:
Non ho veramente la competenza per rispondere a questa domanda, ma certamente posso dire che la normativa italiana prevede una preparazione ed un aggiornamento dei mediatori ed un controllo degli organismi di mediazione che non sono stati previsti in altri ordinamenti.
Tra dieci anni la mediazione in Italia sarà:
Spero la norma prima del giudizio.
Un libro che suggeriresti a chi vuole avvicinarsi alla mediazione è:
“L’Arte del Negoziato” di Roger Fisher, William Ury , Bruce Patton.