Arte e mediazione: intervista a Rischa Paterlini

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Rischa Paterlini

Il progetto ADR Arte di Camera Arbitrale di Milano ha consentito in questi anni di valorizzare l’impiego della mediazione in un ambito così peculiare e ricco di criticità. Tra le persone che hanno seguito con attenzione questa esperienza, fornendo consigli e suggerimenti sempre utili, c’è Rischa Paterlini, indipendent curator e docente alla Nuova Accademia delle Belle Arti di Milano. Blogmediazione l’ha incontrata per raccogliere la sua opinione sul rapporto tra arte e controversie.

Dal tuo punto di vista quali sono le ragioni di conflitto più ricorrenti nel mondo dell’arte?

Diverse sono le ragioni di conflitto nel mondo dell’arte. Si può dire che la regola delle 4D: Death, Debt, Divorce and Downsizing sia un buon punto di partenza. La morte di un artista o di un collezionista può portare a dispute relative alla proprietà e alla divisione delle opere d’arte, poiché gli eredi potrebbero avere opinioni divergenti su come gestirle o sulle modalità di vendita o conservazione. Allo stesso modo, anche le difficoltà finanziarie possono essere una causa di conflitto nell’arte, così come il divorzio che può portare a controversie riguardanti la divisione dei beni, e il ridimensionamento delle collezioni. È importante sottolineare oltre a questi fattori, anche la mancanza di documentazione accurata e autenticazione delle opere, dal momento in cui può succedere che un collezionista non provveda a mettere ordine nella propria collezione. In questo caso si lasciano agli eredi opere senza i rispettivi documenti, sollevando così interrogativi sulla loro provenienza, sulla proprietà intellettuale, il valore e l’autenticità di un’opera. Inoltre, oggi inizia ad essere presente anche il problema rispetto alle opere fotografiche, per le quali credo che in futuro si solleveranno numerose questioni.

In quale modo le dinamiche del mercato dell’arte influiscono sull’insorgere di possibili controversie?

Le situazioni di conflitto possono sorgere da varie fonti e i soldi spesso svolgono un ruolo chiave. Approfondendo quanto abbiamo detto nella risposta precedente ad esempio, il valore di un’opera d’arte è soggetta a interpretazioni e valutazioni soggettive. Tuttavia, il valore di un’opera dipende da molti fattori e non essere a conoscenza di alcuni di questi può facilmente portare a pensare che un’opera d’arte, in quanto realizzata da un artista famoso, valga molto, ma in realtà potrebbe trattarsi di una edizione oppure avere subito un restauro importante e di conseguenza il valore è molto lontano dalle cifre di cui si sente generalmente parlare. Tutte queste discrepanze nelle valutazioni possono portare a controversie tra gli artisti, i collezionisti, eredi e galleristi i quali possono discutere sull’adeguatezza o l’esagerazione delle valutazioni. L’autenticità di un’opera inoltre è un fattore cruciale da cui si può determinare il valore e l’accettazione da parte del mondo dell’arte. Possono esserci casi di falsi, opere contraffatte o dubbi sull’autenticità. Gli artisti poi possono litigare, ad esempio, per proteggere i loro diritti e impedire l’uso non autorizzato delle loro opere. Inoltre, ci possono essere questioni di plagio o appropriazione delle opere d’arte, che possono scatenare controversie legali. Tra i diversi episodi, possiamo citare la disputa di una delle famiglie più influenti nel mercato dell’arte. Tutto è iniziato quando un nipote di un mercante d’arte ebreo ha scoperto che un quadro di grande valore di suo nonno, che credeva fosse stato rubato dai nazisti, era invece in possesso di una prestigiosa famiglia. Nonostante abbia richiesto più volte la restituzione del dipinto, egli non ha mai ricevuto risposta, costringendolo a scatenare una battaglia legale durata molti anni. Considera che metà delle vendite di opere d’arte sono private; perciò, il tutto avviene tra venditori e compratori e le informazioni su queste transizioni sono minime. Le vendite che avvengono tramite asta forniscono maggiore trasparenza anche se è sempre bene verificare ogni dettaglio indicato nella scheda dell’opera.

Quando una controversia ha degli aspetti tecnici, è comune opinione pensare che il coinvolgimento di un esperto tecnico sia di grande aiuto per risolvere il problema. Qual è la tua esperienza per quanto riguarda le controversie artistiche?

Credo che sia importante essere affiancati da un esperto. Nelle questioni che riguardano l’arte, questa figura svolge un ruolo fondamentale nell’evitare numerosi passi falsi, poiché aiuta a fornire competenze specializzate e conoscenze approfondite per affrontare gli aspetti tecnici delle opere d’arte coinvolte. La loro formazione si estende a molteplici aspetti come la storia dell’arte, l’attribuzione delle opere, l’autenticità e la provenienza. Personalità preziose che hanno familiarità con gli archivi, i cataloghi ragionati e altre risorse che consentono di raccogliere informazioni e documentazioni rilevanti. Insomma, una figura è in grado di mettere insieme corrette informazioni fornendo una valutazione accurata e obiettiva delle questioni tecniche.

Nella tua esperienza personale, quando può essere utile ricorrere alla mediazione in ambito artistico?

Direi sempre. Ciò che è interessante nella mediazione è l’opportunità di cercare una conciliazione e una risoluzione amichevole del conflitto. Diciamo che scegliere la mediazione vuol dire già porsi in una situazione di apertura e dialogo. Spesso, quando si verificano controversie nel campo dell’arte, le parti coinvolte possono trovarsi in una situazione di stallo, con posizioni divergenti e difficoltà a trovare una soluzione soddisfacente. In questi casi, l’ufficio di conciliazione svolge un ruolo essenziale nel facilitare il processo di mediazione in ambito artistico. Il suo compito è proprio quello di offrire un ambiente sicuro e riservato in cui condurre le discussioni, oltre a designare un mediatore competente ed un esperto selezionato nell’ambito artistico, che abbia una conoscenza approfondita delle dinamiche del mercato dell’arte. Inoltre, può aiutare a stabilire le regole e le procedure per la mediazione, garantendo che il processo si svolga in modo strutturato e che le parti abbiano l’opportunità di esporre le proprie posizioni in modo equo. La presenza di un mediatore imparziale e in alcuni casi di un esperto può aiutare a smussare le tensioni emotive e incoraggiare una discussione costruttiva.