di Nicola Giudice*
“Il fare è il miglior modo di imparare”. L’affermazione, dovuta a Giacomo Leopardi, esprime un concetto che dovrebbe essere ricordato a chi si occupa di ADR e di mediazione in particolare.
Accade molto spesso, infatti, che si parli di promuovere la cultura della mediazione insegnandone i principi, le teorie, le varie scuole di pensiero e i riflessi giuridici. Tutte cose certamente importanti e, ciascuna a suo modo, interessante. Se però ci si vuole formare seriamente è necessario prendere parte a mediazioni, ascoltare parti e mediatori, confrontarsi, discutere, costruire insieme un percorso di dialogo e, auspicabilmente, raggiungere un accordo.
Questo, però, non è sempre possibile. Le mediazioni sono riservate e le parti non sempre gradiscono essere osservate, in momenti delicati, da sconosciuti che prendono appunti con grande interesse!
Una possibile alternativa è che i mediatori raccontino le proprie esperienze e descrivano quanto accaduto. Se quindi non è possibile “fare” come raccomanda Leopardi, e nemmeno osservare, può venire in soccorso il supporto del racconto.
Qui però sorge un altro ostacolo. Di una controversia, infatti, si è soliti descrivere le ragioni che hanno condotto alla lite e l’esito finale. Nel caso della mediazione però, conoscere il punto di partenza (perché si litiga) e quello di arrivo (l’accordo o il mancato accordo) è solo una parte della vicenda, e nemmeno la più rilevante. Ben più è importante comprendere il tracciato percorso dalle parti, scoprirne l’altimetria, le salite impervie e le discese pericolose. Fuor di metafora, comprendere come sia riuscito il mediatore ad assistere le parti e i loro legali nel costruire insieme un possibile accordo.
Scrivere di mediazione è quindi necessario, ma anche molto complicato. E’ estremamente difficile rendere la complessità della lite, descrivere le diverse emozioni che si sono aggiunte alle criticità tecniche e giuridiche, ai limiti economici e commerciali, alle difficoltà di ogni tipo.
Un lodevole tentativo in questo senso è stato compiuto dagli autori di 101 casi di ADR, (2022 – Giuffrè Milano).
Quest’opera ha il grande pregio di raccontare con attenzione ai particolari 101 casi concreti di ADR: 79 di mediazione vera e propria e altri 22 di altra natura (ivi compresi casi di conciliazione tra consumatori e imprese).
Si tratta di uno scritto innovativo e estremamente apprezzabile che ha il pregio di descrivere la mediazione come uno strumento operativo che deve sapere essere utilizzato dal mediatore ma anche da avvocati e parti. Lontano dalle astrazioni così familiari ai giuristi, il testo riporta vicende realmente accadute, cercando di trasmettere quanto è avvenuto al tavolo, descrivendo i reali problemi che sono stati affrontati.
La raccolta di una serie di casi di successo è un’eccellente testimonianza di quanto la cultura ADR abbia già raggiunto in termini di risultati, in campi molto diversi tra loro, ma pure di quanta potenzialità essa ancora possa dispiegare nel momento in cui avvocati e parti avranno una maggior fiducia e confidenza con uno strumento che ha ormai un passato consolidato alle sue spalle.
*Responsabile Servizio di conciliazione CAM