CIM – NEXT GENERATION!

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I valutatori Next Generation della 11 CIM

Il conto alla rovescia è iniziato: manca una settimana esatta all’apertura dell’11ma edizione della Competizione Italiana di Mediazione! L’aria che si respira tra i partecipanti e sì, anche tra gli organizzatori, è di grande trepidazione, e per i valutatori Next Generation c’è anche l’orgoglio di partecipare con un ruolo importante a un evento importante. La presenza dei valutatori Next Gen (come si chiamano tra loro ; )) è una interessante novità che sarà introdotta con la 11CIM. Si tratta di giovani laureati o laureandi che hanno partecipato alle precedenti edizioni della competizione, o hanno specifica esperienza nel campo della mediazione, e che parteciperanno alla 11CIM nel ruolo di valutatori.

Le schede di valutazione redatte dai Next Gen andranno a costituire una classifica separata, con relativa premiazione!
Per conoscerli meglio abbiamo posto una domanda a ciascuno di loro, relativamente all’esperienza trascorsa come competitor nelle precedenti edizioni della CIM. Le risposte ci restituiscono l’immagine di un evento vitale, emozionante e di profondo impatto educativo.

Qual è, a tuo avviso, il maggior pregio della CIM e cosa invece miglioreresti?

Aquilini Riccardo: “In qualità di ex concorrente CIM ritengo che l’esperienza abbia solo aspetti positivi e ti arricchisca sia come studente sia come professionista per il futuro. Certamente, se dovessi scegliere tra i vari aspetti quello che più di tutti considero positivo, sceglierei l’aspetto della competizione. Potersi mettere alla prova, confrontarsi con studenti proveniente da tutta Italia, preparati e motivati quanto te, la considero una sensazione bellissima e molto stimolante. Se, invece, dovessi pensare ad un aspetto da migliorare, probabilmente penserei ad un maggiore spazio (sia temporale, sia fisico) in cui potersi confrontare con altre squadre, potersi conoscere e scambiarsi idee anche al di fuori dei giorni di competizione. L’idea di una CIM più “social” è sicuramente un passo avanti molto utile per coltivare conoscenze fatte durante questa esperienza”.

Cosa ti aspetti dai ragazzi che andranno a competere?

Vailati Alessandra: Dai ragazzi che parteciperanno alla CIM di quest’anno mi aspetto tanta voglia di mettersi in gioco e di applicare quanto hanno imparato in questi mesi di preparazione, ma soprattutto tanto entusiasmo nel partecipare perché sarà un’esperienza bellissima, ricca di emozioni, indipendentemente dal risultato!

In che modo hai continuato a coltivare la mediazione successivamente alla partecipazione alla CIM?

Vittoria Bonani: Dopo essermi cimentata nelle mie prime simulazioni di mediazione alla CIM, la curiosità per questo strumento mi ha spinta a voler far parte di un ambiente in cui si “si respira” e si vive la mediazione tutti i giorni. Così quando è stata aperta una posizione di stage in Camera Arbitrale a Milano ho redatto il mio primo curriculum e incrociato le dita. Oggi ho la fortuna di assistere a decine di mediazioni al mese e contribuire nel mio piccolo alla promozione della mediazione nel mondo giuridico.

In che modo ritieni che la CIM ti sia stata utile?

Nicolò Crestani: La CIM, e il percorso affrontato per prepararla, hanno segnato nettamente la mia carriera universitaria. Attraverso questa magnifica esperienza ho potuto vedere ciò che studiavo con sguardo completamente rinnovato. Ho ricevuto insegnamenti che porterò con me per il resto della mia vita, ho imparato ad ascoltare, a prendermi cura degli interessi degli altri e che a volte anche una piccola parola, ma detta nel modo giusto è in grado di distendere anche il conflitto più complicato.

Qual è il ricordo più divertente della precedente CIM a cui hai partecipato?

Alessia Albanese: Sono passati quattro anni da quando ho partecipato alla settima CIM con il team dell’Università del Salento, eppure ho un ricordo nitido di un aneddoto particolarmente divertente. Durante una simulazione presso la Camera Arbitrale di Milano, a seguito di lunghe trattative intorno al tavolo di mediazione, finalmente giungiamo al momento della stipulazione dell’accordo, quando nel corso dell’individuazione degli obiettivi raggiunti dinanzi ad una proposta formulata da parte dell’altra squadra, in maniera immediata rispondo: “questo per noi non è negoziabile” e chiaramente tutti sono scoppiati a ridere, sintomatico del fatto che fossi entrata troppo nel ruolo.

Come descriveresti le relazioni che hai instaurato con il tuo team e con gli altri partecipanti alla competizione?

Paola Francone: Le relazioni instaurate durante la CIM di Milano hanno rappresentato la vittoria della mia squadra, il “Team Unisalento” di cui ho fatto orgogliosamente parte, e hanno consentito l’aggiudicazione del premio speciale “miglior lavoro di squadra cliente-avvocato”. La CIM è incontro, confronto, sana competizione e permette di conoscere persone speciali, anche se presentate per la prima volta sotto falsi nomi (quelli delle simulazioni!).

Cosa suggeriresti ai ragazzi che stanno per partecipare alla competizione?

Isabella Pessano: Godetevi questa esperienza: divertendovi, prima di tutto, e cogliendo la bella opportunità che avete per mettervi in gioco e uscire dagli schemi “rigidi” del diritto. Fate affidamento sui vostri compagni di squadra e sfruttate questa occasione, che va oltre l’esperienza della competizione, per imparare ad ascoltare gli altri, ma anche voi stessi.

Quanto la simulazione è stata sorprendente rispetto alla tua preparazione e alle tue aspettative?

Ornella Sofia Tagliani: Io ho partecipato alla CIM nel 2021, dopo mesi di preparazione con i miei compagni di squadra, e non sapevo cosa aspettarmi dalle simulazioni, anche se ero molto curiosa. Sono rimasta molto sorpresa, le simulazioni sono state interessanti, coinvolgenti, divertenti e, a volte, faticose. Mi sono trovata ad utilizzare tutti gli strumenti che avevo a disposizione. Come conclusione, le simulazioni della CIM sono state una sfida degna di essere affrontata.

Qual è stata l’emozione più forte che hai provato nella simulazione?

Ilaria Rocchi: Inutile nascondere che la prima emozione provata sia stata di “sana paura” forse di non essere all’altezza o abbastanza preparata per affrontare la simulazione.
Ma poi il divertimento è assicurato.