Patto di famiglia e mediazione: alcune considerazioni su un’unione dalle grandi potenzialità

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di Antonia Marsaglia*

Il Patto di Famiglia

Il Patto di famiglia è stato introdotto alla legge 14 febbraio 2006 n.55 che ha novellato il codice inserendo gli articoli 768 bis a 768 octies.

Con il Patto di famiglia, compatibilmente con le disposizioni in materia di impresa familiare e nel rispetto delle differenti tipologie societarie, l’imprenditore trasferisce, in tutto o in parte l’azienda, e il titolare di partecipazioni societarie trasferisce in tutto o in parte, le proprie quote a uno o più discendenti con un accordo che prevede la soddisfazione o la rinuncia degli altri legittimari.

La mediazione e il patto di famiglia

L’articolo 5, 1-bis del DLgs 2010 n 28 prevede che la mediazione sia condizione di procedibilità quando si intende esercitare in giudizio una azione relativa ad una controversia in materia di Patto di famiglia, e cioè prevede l’intervento del mediatore quando il patto di famiglia è diventato oggetto di una lite.

E’ stata invece fino ad ora completamente ignorata dalla legge, e poco considerata dalla pratica, l’utilità di una attività di mediazione esercitata da professionista terzo rispetto alle parti, un Mediatore, durante la negoziazione e la redazione del Patto di famiglia.

Il Mediatore è un professionista preparato a guidare negoziazioni conflittuali o potenzialmente conflittuali con lo scopo di portare le parti, anche assistite dai propri consulenti, a costruire soluzioni condivise, ed è proprio la difficoltà di trovare soluzioni condivise una delle ragioni per cui il Patto di famiglia non ha avuto il successo auspicato.

Il passaggio generazionale

Il Patto di famiglia permette un passaggio generazionale concordato dall’ imprenditore e dai suoi eredi, che evita il divieto dei patti successori ed offre agevolazioni fiscali. Il successo della negoziazione e del Patto sta nella fiducia reciproca delle parti, nel giusto equilibrio degli accordi raggiunti e nell’impegno delle parti a porre il Patto in esecuzione.
Guardando alla pratica quando un imprenditore considera la possibilità di intraprendere la strada del patto di famiglia si possono ipotizzare diversi scenari: l’imprenditore si rivolge al proprio consulente di fiducia illustrando come vorrebbe costruire il patto e confida nell’adesione degli eredi, questi o dialogano all’interno con il consulente dell’imprenditore, o introducono loro consulenti aprendo una negoziazione, agendo singolarmente o “in gruppo”.

In ogni caso ci sono bisogni, aspettative, contrasti che devono essere equilibrati, ogni parte deve avere la possibilità di fare sentire la sua voce, ma deve anche avere la capacità di ascoltare la voce degli altri e di costruire una struttura che li soddisfi e porti a un passaggio generazionale efficiente.

Guidare la negoziazione su interessi contrastanti

Se sono sicuramente necessarie consulenze che studino la consistenza del patrimonio familiare ed il miglior modo per la sua gestione futura, i bisogni dell’azienda e la miglior soluzione per la gestione del suo progresso futuro, i diritti dei legittimari e come questi possono essere soddisfatti assicurando una gestione efficiente dell’azienda, è altrettanto necessaria una assistenza che agisca super partes guidando la negoziazione degli interessi contrastanti per la costruzione comune di un assetto che salvaguardi sia il futuro aziendale che il futuro dei componenti della famiglia, considerando non solo gli aspetti economici, ma anche la salvaguardia delle relazioni familiari.

Perché la mediazione

Qui la figura del Mediatore si inserisce perché utile a superare le varie tappe di “impasse” che vanno dalla adesione di tutti i legittimari al Patto, ad una valutazione condivisa dell’azienda, alla struttura del passaggio generazionale che si va a compiere.

L’auspicio, a poco più di 16 anni dall’introduzione del Patto di Famiglia nel nostro ordinamento, è che chi si accinge a considerare l’utilizzo di questo istituto possa considerare più spesso l’utilità dell’apporto di un Mediatore, così che il Patto di Famiglia possa rivelarsi più spesso lo strumento utile a salvare il proseguimento delle nostre aziende piuttosto che uno strumento poco capito spesso abbandonato perché mal gestito.

*Avvocato e Mediatore in Milano