Il futuro della giustizia dopo la pandemia

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La giustizia dopo la pandemia è stato il tema al centro dell’interessante intervento della Professoressa Silvia Zorzetto (Prof. associato di Filosofia del diritto presso l’Università degli Studi di Milano) all’interno del webinar “La mediazione di fronte alla pandemia: come è cambiato l’approccio alle liti”, svoltosi l’8 Maggio scorso.

Partendo dalla constatazione di come il periodo emergenziale abbia determinato cambiamenti contingenti, che modificheranno lo scenario della conflittualità anche per il prossimo futuro, la Prof. Zorzetto ha iniziato a delineare come lo strumento giuridico dovrà adeguarsi al nuovo scenario.


L’incremento del tasso di conflittualità, determinato dallo straordinario evento della pandemia, rischia di oberare la giustizia ordinaria in maniera insostenibile, anche per questo, ma non solo, nelle linee programmatiche della riforma della giustizia, delineate dalla Ministra della Giustizia Marta Cartabia lo scorso marzo, la mediazione è posta come asse centrale.

Gli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie andranno considerati come complementari più che alternativi o ancillari rispetto alla giustizia ordinaria. Quindi favoriti non solo per la loro capacità deflattiva del carico dei tribunali, ma specialmente per l’approccio globale al conflitto, per la capacità di tenere conto delle relazioni coinvolte e stemperare le tensioni sociali.

Il punto di partenza normativo è il DDL 1662 e il documento “Giustizia 2030 un libro bianco per la giustizia e il suo futuro”.
L’intervento normativo intende in particolare:
– ridefinire gli ambiti di applicazione delle mediazione;
– ridefinire i rapporti tra mediazione e processo e riformare il tema della proposta conciliativa da parte dei giudici;
– ridisegnare il coordinamento anche con altri strumenti di risoluzione alternativa, per evitare un eccesso di strumenti che rischiano di costituire disturbo per gli operatori giuridici;
– valorizzare la digitalizzazione nell’ambito della mediazione;
– favorire l’uso della mediazione anche con l’assegnazione di incentivi, secondo un concetto di tipo premiale complessivo.

Uno tra gli obiettivi fondamentali è quello di produrre un cambiamento della forma mentis degli operatori giuridici a partire dalla formazione degli studenti: la mediazione dovrà entrare a far parte della fisiologia della formazione del professionista. Infatti, come riferisce la Prof. Zorzetto: dietro qualunque riforma i cambiamenti passano attraverso le idee delle persone e l’apporto umano che ciascuno dà al contesto di riferimento.
La mediazione ha aspetti particolarmente coerenti con questa visione. Nell’ambito della risoluzione dei conflitti vede un approccio di composizione più che di risoluzione, composizione degli interessi in un’ottica costruttiva. Questa attecchisce bene in un progetto di costruzione, poiché l’approccio costruttivo e di cooperazione fa parte della natura stessa della mediazione.

Inoltre, fa notare la Professoressa, in questo periodo storico abbiamo riscoperto in maniera forte i valori che fanno parte di una comunità, della comunità giuridica in questo caso. Valori che costituiscono i fondamenti della cultura giuridica: primo fra tutti l’effettività della tutela dei diritti fondamentali, che passa anche per il tramite di soluzioni che devono arrivare in tempi ragionevoli.
La Prof. Zorzetto rileva come con la pandemia si sia visto quanto la rapidità dei tempi di reazione sia diventata fondamentale, anche in considerazione dell’accelerazione che la società ha subito negli anni più recenti.

Strumenti come la mediazione si presentano come particolarmente adeguati perché danno maggiore effettività ai diritti, in quanto più rapidi, flessibili e adattabili.

La Professoressa fa notare infine altri due aspetti importanti messi in luce dalla situazione pandemica: la rilevanza dei gusti e la percezione del rischio. Abbiamo preso consapevolezza di come viviamo costantemente in una situazione di rischio, dove la percezione soggettiva e oggettiva dello stesso sono diverse. Questo incide profondamente sulle scelte delle parti e sulle strategie difensive degli avvocati.

Entrambi questi elementi trovano spazio all’interno della mediazione, grazie alla maggiore prossimità e (in prospettiva) anche grazie a una formazione più attenta alle competenze fornite dalla psicologia cognitiva.

Nei prossimi anni assisteremo quindi a una forte evoluzione della mediazione, e in senso lato, la giustizia dopo la pandemia conoscerà profondi cambiamenti. Blogmediazione continuerà a seguirne gli sviluppi.

Valeria Lovato