ADR come cura (e prevenzione) dei conflitti sui vaccini

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di Cristina Bianchi

“L’inferno sono gli altri” ci ricorda Jean-Paul Sartre, e, ormai da un anno a questa parte, della categoria “altri”, fa notoriamente parte anche il COVID-19.

L’umanità è perlopiù grata al lavoro degli scienziati, per lo sviluppo in tempi sorprendentemente rapidi di diversi vaccini, che ci aspettiamo che ci aiutino nel contrastare la diffusione del virus.

Chi si occupa di proprietà industriale (IP), di mediazione, ma anche chiunque abbia un minimo di esperienza di “come va il mondo”, è consapevole di quanti e quali diversi interessi, ma anche diritti, siano implicati nell’attività di ricerca.

La proprietà intellettuale si occupa precipuamente della tutela di queste posizioni e dei diritti di proprietà industriale (brevetti, nel caso dei vaccini), che assicurano ai soggetti che, anche a diverso titolo, hanno investito e partecipato nella ricerca, di poter sfruttare, in regime di monopolio, per un certo numero di anni (al massimo 20), l’oggetto della attività inventiva.

La mediazione, invece (in genere i lettori di questo blog lo sanno bene), interviene quando alla relazione tra le parti, occasionata anche da tali investimenti, potrebbe giovare che un terzo neutrale e imparziale faciliti il dialogo tra di esse, consenta l’emergere dei rispettivi bisogni e interessi, catalizzi la negoziazione e sappia prendersi cura anche degli aspetti emotivi del conflitto.

A proposito di invenzioni, in tempi assolutamente inaspettatamente celeri, la scienza non si è limitata a rendere disponibili più vaccini, ma, nell’ultimo anno, sono stati introdotti anche diversi metodi per diagnosticare e tracciare il virus e l’infezione che ne deriva.

Non dimentichiamoci degli enormi e rapidissimi progressi tecnologici che hanno permesso di poter continuare a lavorare in luoghi diversi da quelli abituali, o con modalità conformi alle nuove esigenze.

Ogni processo di innovazione è complesso, implica la cooperazione e il coordinamento di diversi soggetti, e genera, potenzialmente, posizioni, in particolare, economiche, che meritano di essere tutelate.

Dove ci sono relazioni ci sono anche conflitti (quanto meno a livello potenziale), che, nell’ambito della ricerca tecnologica possono riguardare, ad esempio:

– il conflitto tra aziende (chi è arrivato, per primo, alla soluzione del problema e chi ha diritto ad aggiudicarsi il brevetto, con i suoi vantaggi economici)?
– il conflitto tra il detentore del brevetto ed eventuali contraffattori (coloro che riescono a replicare, ad esempio, il vaccino, senza aver investito nella ricerca, e lo producono senza il consenso del titolare del brevetto, sottraendo a quest’ultimo enormi profitti ed impedendogli di rientrare dagli ingenti investimenti fatti);
– la gestione delle informazioni riservate che sono state condivise tra diversi soggetti, interni ed esterni all’azienda, per consentire alla ricerca di produrre un risultato competitivo;
– il contenzioso tra l’azienda titolare del brevetto e gli scienziati o gli inventori che hanno lavorato al progetto, ad esempio, con riguardo al diritto alla paternità dell’invenzione, al trattamento economico per il lavoro svolto e, per citare solo un altro aspetto, l’eventuale patto di non concorrenza, ai tempi dello smart working.

Leggendo l’articolo pubblicato qui la mia naturale tendenza a ritenere opportuno tentare di risolvere, quando si può, anche tali tipi di conflitti, con l’aiuto di un mediatore, ha trovato pieno conforto e sostegno.

Il collega mediatore e esperto di IP Steven Bauer, autore dell’articolo, sostiene infatti che l’ADR in generale e la mediazione, in particolare, siano l’ideale per affrontare tali dispute, che possono avere un gradiente tecnico elevato e riguardare relazioni (anche pluriennali) tra i soggetti coinvolti.

Tali controversie possono, tra l’altro, avvalersi ora dell’esperienza nel frattempo maturata, nella gestione del contenzioso online, dai mediatori, mentre le aule di Tribunale sembrano sempre più affossate e incapaci di rispondere al bisogno di soluzioni.

Un efficace strumento, la mediazione, che, se non ci fosse, bisognerebbe inventare!