Il conflitto familiare nella mediazione civile e commerciale

1775
Photo by Natalya Zaritskaya on Unsplash.com

di Valeria Lovato*

Vincenza Bonsignore, avvocato, psicoterapeuta, mediatrice e formatrice, si occupa di mediazione familiare dal 1998: il prossimo 9 novembre condurrà per Camera Arbitrale il webinar “La mediazione familiare e il conflitto familiare separativo”. Con lei cerchiamo di capire le dinamiche fondamentali di questo tipo di conflitto e a chi e perché può essere utile dotarsi di strumenti specifici per la sua gestione.

In quali situazioni la famiglia e la coppia entrano in gioco nella mediazione civile e commerciale introducendo le dinamiche tipiche del conflitto familiare?
Oltre alle materie specifiche in cui la famiglia è oggetto della mediazione obbligatoria, come, ad esempio, le successioni ed i patti di famiglia, in realtà moltissime mediazioni civili e commerciali vedono come parti proprio le famiglie, basti pensare alle divisioni, spesso tra coppie, o anche ai diritti reali, le locazioni ecc. E’ importante che un mediatore comprenda il funzionamento di una famiglia, le fasi del ciclo di vita che attraversa, per comprendere oltre alle sfide che la famiglia affronta, quali possano essere gli interessi e i bisogni nelle differenti tappe evolutive. Ovviamente il mediatore dovrà verificare quali sono gli specifici bisogni di quella singola famiglia che incontra, ma poter entrare in una mediazione con una mappa può servire davvero ad orientarlo.

Quali sono le peculiarità di questo genere conflitto?
Il conflitto familiare, in particolare, quello legato alle separazioni e ai divorzi, spesso nasce dalla difficoltà di accettare il fallimento della relazione ed è un modo di procrastinare la presa d’atto della sua fine. Il conflitto di coppia deve essere messo a confronto con le ragioni che hanno portato la coppia a scegliersi, il c.d. patto di coppia, e alle cause che hanno fatto sì che tale patto venisse infranto. E’ fondamentale aiutare i coniugi a comprendere e riconoscere cosa di “bene” hanno tratto dalla loro relazione e qual’è il ruolo che ciascuno di essi ha messo nella crisi, per poter ridurre la conflittualità.

Quali tecniche ha a disposizione il mediatore per trasformare il conflitto da potenzialmente distruttivo a elemento evolutivo della relazione?
Nella mediazione familiare si utilizzano alcuni strumenti, quali ad esempio il genogramma, che possono essere molto utili nella gestione di mediazioni civili commerciali in cui si incontrano le famiglie e anche le imprese familiari. Così come tutta la gestione della parte emotiva sia delle parti, sia del mediatore che necessariamente deve diventare consapevole del proprio modo di “stare” nel conflitto attraverso una serie di tecniche di rilassamento e mindfulness, al fine di poter interagire al meglio con i conflitti delle parti.

Come hanno inciso nel sistema coppia e famiglia le restrizioni relazionali necessarie per limitare la recrudescenza della pandemia da Covidiv 19? Oggi ai mediatori occorre attrezzarsi di più, o diversamente, per essere efficaci nella gestione del conflitto?
E’ necessario che il mediatore civile e commerciale acquisisca nuovi strumenti nella gestione delle famiglie, le quali hanno dovuto in questo periodo affrontare grandi sfide, dovendo fare appello a tutte le proprie risorse per confrontarsi con la malattia, la morte, ma anche con la convivenza negli stessi spazi di più generazioni con esigenze diverse, spesso ancora troppo sulle spalle delle donne. Le famiglie però ancora una volta hanno saputo nella maggior parte dei casi, sostenere e portare avanti lo sviluppo armonico di tutti i suoi membri.