Alfano: l’obbligatorietà della mediazione non si discute

4445

Alfanodi Chiara Catti

Al convegno “Mediazione: fra efficienza e competitività” tenutosi il 25 maggio u.s. a Roma, con il patrocinio del Ministero di Giustizia, si sono incontrati i rappresentanti delle istituzioni governative, del mondo professionale ed imprenditoriale per discutere della mediazione a poco più di un anno dall’entrata in vigore del D.Lgs. 28/2010 e della controversa obbligatorietà del tentativo di mediazione.

Ad aprire i lavori, i messaggi del vice presidente del Parlamento Europeo Diana Wallis che ha espresso “l’auspicio di usare la mediazione quale emblema della nostra società in questo secolo. Una società che dovrebbe diventare meno conflittuale, meno avversariale, in cui non ci sia più bisogno di utilizzare i vecchi sistemi giudiziali che mettono le parti l’una contro l’altra per un lungo periodo di tempo, con un enorme dispendio di denaro e grande ansia e pressione psicologica. Nel ventunesimo secolo – conclude il vicepresidente del Parlamento Europeo – dovremmo cercare un modo diverso per risolvere le liti: un sistema moderno che sia maggiormente in linea con la nostra epoca in cui si agisce insieme, nel rispetto della collettività“. A seguire il messaggio del vice presidente della Commissione Europea Viviane Reding di congratulazioni al governo italiano per la corretta e puntuale trasposizione della direttiva europea in materia.

Nel pomeriggio l’intervento del ministro della Giustizia Angelino Alfano che ha ribadito che l’obbligatorietà della mediazione rimane e non si tocca perché “è un punto che serve a consolidare nella società questa idea”, con l’obiettivo “di un incremento
verticale della mediazione volontaria
”. In una prima fase si provvederà a “risolvere le criticità emerse in ordine all’individuazione di un criterio di distribuzione territoriale degli affari da mediare, ai profili di indipendenza e imparzialità del mediatore e degli Organismi di Mediazione, oltre all’introduzione dell’assistenza tecnica necessaria degli avvocati nei procedimenti di mediazione, con la possibilità – per quanto riguarda tale assistenza – di accedere al patrocinio a spese dello Stato da parte dei non abbienti”. Nel prosieguo, ribadisce Alfano, “sarà prioritario, con il contributo determinante degli avvocati, affrontare il problema della riduzione dell’arretrato civile”.