Alla fine, ci siamo arrivati. Dopo colpi di scena, modifiche notturne, emendamenti trasformativi e sortilegi d’ogni sorta, la mediazione è di nuovo obbligatoria. Forse. Insomma, quasi. In realtà l’obbligo è mirato allo svolgimento di un incontro preparatorio e gratuito. E poi saranno le parti a decidere se svolgere direttamente una mediazione o lasciar perdere.
Un obbligo che ha molte opportunità e costi residuali solo, verrebbe da dire, “in caso d’uso”. La sensazione è che tra le varie opzioni si sia scelta quella meno urticante per gli interessi di tutti. Una… mediazione per la legge sulla mediazione.
Era quello di cui c’era bisogno? C’erano altre strade? Le aperture alla classe forense erano necessarie? E i problemi di qualità della mediazione, sono stati nel frattempo risolti? E come?
Tante domande intorno alle quali ci si potrebbe confrontare ancora a lungo. E lo faremo, anche su questo blog. Bisogna però ricordarsi che è giunto il momento di rimboccarsi le maniche e far funzionare la norma che, piaccia o non piaccia, sarà il campo da gioco per i prossimi quattro anni. Non c’è dubbio che la mediazione del Decreto Fare presenti dei limiti e crei dei dilemmi tutti da risolvere. Ma è la mediazione che ci tocca gestire e, da buoni mediatori, dovremo fare del nostro meglio per sfruttare la norma a vantaggio di una “buona” mediazione.