Ne abbiamo già parlato ma adesso vogliamo approfondire il tema. Tra le tante innovazioni ADR style, la Mediazione Tributaria è quella che più frequentemente i media accostano e talvolta confondono con la mediazione civile e commerciale, e in generale con la mediazione tout court. Quando si vuole approfondire, cosa si fa? Si cerca un esperto! E, nel nostro caso, ci siamo rivolti a Massimiliano Ferrari, mediatore della Camera di Commercio di Lecco ma qui oggi interpellato come utente assiduo della Mediazione Tributaria, in qualità di commercialista.
Massimiliano, tra mediazione tributaria e mediazione propriamente detta sembrano esserci notevoli differenze. Puoi illustrarcerle brevemente?
Diciamo innanzitutto che nella mediazione tributaria ci troviamo a dover affrontare la controversia in presenza di un soggetto che non è propriamente un terzo completamente libero e neutrale. Attraverso una sorta di artificio, ci si limita a considerare “imparziale” un soggetto dell’amministrazione finanziaria diverso dai funzionari che hanno effettuato l’accertamento. E in caso di contestazione viene ribadito che non solo i soggetti dell’amministrazione non sono gli stessi ma sono anche in una certa misura indipendenti dagli uffici che si occupano di accertamento. Insomma, la persona che hai di fronte è tecnicamente indipendente da chi è, formalmente, la controparte. Parlo di artificio perchè, evidentemente, stiamo comunque parlando di persone che lavorano entrambe per l’amministrazione finanziaria.
Va poi precisato che la mediazione tributaria è “confusa” con l’istituto del Reclamo nel senso che al contribuente è data facoltà di contestare accertamento e di provare a chiederne l’annullamento. Qualora ciò non si possibile si inserisce l’istituto della mediazione (se il valore della lite è inferiore a 20mila euro)
Infine, durante la fase di mediazione, alla controparte viene consegnato un fascicolo che sarà poi il medesimo che verrà dato al giudice. In qualche misura, quindi, una delle parti viene favorita visto che può disporre della documentazione in anticipo e decidere se trovare un accordo o rimettere la decisione alla Commissione Tributaria competente.
Sulla base di questa differenze, perchè può avere senso considerare la Mediazione Tributaria un ADR valido?
Vista la sua recente istituzione è ancora prematuro pronunciarsi sulla sua validità. In realtà tutta l’attività dell’amministrazione finanziaria va nella direzione di sviluppare quelli che vengono chiamati istituti deflattivi del contenzioso per cui anche la mediazione è certamente dal punto di vista teorico interessante e potrebbe avere dei vantaggi non indifferenti se venisse utilizzata in modo appropriato (chiusura delle controversie in tempi rapidi, risparmio economico per la riduzione delle sanzioni e oggettiva difficoltà di interpretazione da parte dei giudici dato che gli argomenti trattati in ambito fiscale sono decisamente tecnici e complessi)
Quali sono gli altri ADR a disposizione del contribuente?
Intanto va citato l’accertamento con adesione, che avviene ancor prima della Mediazione ed è una proposta di negoziazione tra le parti che può essere posta in essere prima di adire al contenzioso. Poi c’è la conciliazione giudiziale, che viene invece prevista una volta instauratosi il contenzioso di fronte ai giudici e prima che venga emanata la sentenza da parte del primo grado di giudizio ovvero dalla Commissione Tributaria Provinciale.
Che cosa secondo te dovrebbe essere trasposto dall’esperienza della Mediazione tributaria a quella civile e commerciale e viceversa?
Tento di dare una risposta, considerata la mia doppia veste di mediatore e commercialista, ma è un esercizio difficile, trattandosi di strumenti diversi e con una storia profondamente differente.
Credo che dalla esperienza della Mediazione Tributaria, ad oggi, si possa prendere ancora molto poco che possa favorire la Mediazione Civile e commerciale. Ha però il vantaggio di essere normativamente prevista e non è caduta nell’equivoco di aver subito dei problemi da parte di soggetti che in qualche misura la consideravano addirittura anticostituzionale….per cui se l’amministrazione finanziaria garantisce tutela e valorizza la Mediazione tributaria perchè non si può ritenere che lo Stato italiano non debba valorizzare nella stessa misura e con obiettivi analoghi anche la Mediazione civile e commerciale?
Al contrario, ritengo invece che da parte della Mediazione Tributaria vi sia molto da imparare dalla Mediazione civile e commerciale per via delle tecniche di Mediazione (far sentire le parti a proprio agio verificare quali sono i reali interessi e non le posizioni…) e anche in quanto alcuni difetti evidenti della Mediazione tributaria possono essere modificati e corretti sulla base della esperienza della Mediazione Civile. Ad esempio possiamo ricordare che al tavolo si siedono i soggetti che realmente hanno potere decisionale o che il Mediatore deve essere considerato a tutti gli effetti imparziale. E, infine, mi piace evidenziare la tematica relativa alla riservatezza e al fatto che una parte non può mai essere favorita rispetto all’altra.