Ecco alcuni highlight sulle principali conclusioni raggiunte:
– Il numero di casi gestiti tramite schemi ADR è costantemente aumentato negli ultimi anni (si parla di centinaia di migliaia di casi);
– Nonostante ciò, vengono comunque ravvisate lacune nella copertura per area geografica e settore;
– In EU sono disponibili 750 schemi ADR per le dispute che coinvolgano un consumatore ed è interessante notare come, anche all’interno di uno stesso Paese, esista una grande varietà di schemi;
– Gli schemi possono essere classificati relativamente al risultato della procedura (raccomandazione, decisione vincolante per l’azienda e non per il consumatore, decisione vincolante per entrambe le parti, accordo delle parti – non vincolante – );
– La maggior parte di essi prevede comunque la gratuità o è low cost per il consumatore (sotto i 50 Euro);
– L’utilizzo degli schemi ADR a livello transfrontaliero deve ancora decollare.
I maggiori ostacoli sono:
> nei Paesi più grandi, la non conoscenza dell’esistenza di tali meccanismi a causa della frammentazione dei servizi;
> la non-compliance delle aziende ai risultati che non prevedano la vincolatività;
> la non partecipazione delle imprese a tali schemi
> di servizi ADR di settore
> le barrire linguistiche.
– In generale, i problemi maggiormente percepiti dai providers di schemi ADR sono relativi alla possibilità di far conoscere l’esistenza dei propri servizi ADR al grande pubblico (quindi promozione e mancanza di fondi per la promozione), soprattutto quando non esiste l’obbligo per l’impresa di avvisare dell’esistenza di tali meccanismi i propri clienti.
L’intero report è disponibile a questo indirizzo: http://ec.europa.eu/consumers/redress_cons/adr_study.pdf
Dott.ssa Emanuela Villa
Blogconciliazione Editorial staff