Sesta CIM: The Day After

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foto Paolo Tonato

Per la sesta volta negli ultimi anni, Milano si è raccolta intorno ad un evento speciale che ha richiamato tanta gente da tutta la penisola e ha animato tutta la città.
No, non stiamo parlando di quegli emuli del Salone del Mobile.
Mi riferisco alla CIM – Competizione Italiana di Mediazione.
È ormai un appuntamento fisso, la cui eco arriva sempre più forte e sempre più lontano, raggiungendo ogni angolo del Paese. E lo divide. Sì perché nella 3 giorni della CIM, il mondo della mediazione si divide in chi c’è e chi: “mannaggia, quest’anno non sono riuscito a venire”.
Va bene, certo, c’è anche chi distrattamente prende altri impegni, ma lo stato di vergogna e di prostrazione che ne segue impedisce allo sventurato di commettere lo stesso errore per due volte consecutive.
La CIM è ormai un appuntamento così importante da generare fenomeni bizzarri come, per dirne una, la Settimana della Moda che viene organizzata volutamente in contemporanea per approfittare del grande afflusso di mediatori, cioè persone che con stile e eleganza made in Italy sono in grado di svicolare dalle situazioni più inconsuete e imbarazzanti.
Attenzione perché parliamo di almeno 250 persone che per 48 ore si muovono in modo concitato in piccoli gruppi tra aule universitarie e tra gli spazi della Camera di Commercio, consultando schemi e tabelle e chiedendosi: “ma avrò stampato l’ultima versione che Nicola ha inviato?”
Sono soggetti che si esprimono in uno slang per adepti; li puoi sentire pronunciare con alta frequenza vocaboli come parti, interessi, posizioni, e acronimi come ADR, MAAN, BATNA, ma se potessi ascoltare i pensieri di ciascuno, ne troveresti uno che a intervalli regolari si affaccia alla loro mente: “alla festa della CIM di venerdì sera si balla?”
Passati i festeggiamenti e smaltita l’adrenalina, tuttavia, è un altro il pensiero condiviso che si eleva dal cuore di ciascuno e che ripaga di tutta la fatica degli organizzatori, dei mediatori, dei valutatori, dei coach e di chiunque si adopera perché ogni anno sia sempre meglio: ma quanto sarà bello il mondo domani con 100 ragazzi in più preparati sulla mediazione!