Il mondo dell’arte è ricco di controversie che si prestano ad essere gestite attraverso la mediazione? A questo domanda CAM ha risposto istituendo il progetto ADR Arte.
Il prossimo 8 giugno, al Museo Bagatti Valsecchi nell’ambito dell’iniziativa “Creare valore con la cultura – Focus Arte” realizzato dalla Camera di commercio di Milano, ne parleranno Nicola Giudice, Responsabile del Servizio di conciliazione CAM, e Silvia Stabile*, Avvocato in Milano ed esperta di diritto dell’arte.
Abbiamo incontrato Silvia Stabile per raccogliere qualche prima riflessione sul rapporto tra mediazione e mondo dell’arte.
In genere si associa il mondo dell’arte a caratteri tempestosi ed emozioni forti. In che modo questo può essere associato all’idea di mediazione?
La domanda riflette una visione romantica del mondo dell’arte: oggi sempre di più il mercato dell’arte, principalmente moderna e contemporanea, è un vero e proprio sistema che si connota di caratteri che vanno ben oltre l’elemento estetico, passionale e viscerale dell’opera d’arte, come nel caso della prevalenza del carattere speculativo e finanziario rispetto alla componente emotiva dell’acquisto. Che la mediazione sia u utile strumento al servizio delle relazioni conflittuali nel sistema dell’arte lo dimostra una recente battaglia giudiziaria internazionale che ha coinvolto un collezionista miliardario russo, Dmitry Rybolovlev, e un mercante d’arte, re del “porto franco” svizzero, Yves Bouvier, per la vendita di un dipinto di Modigliani: se i due, anziché portare la loro lite davanti ai tribunali di Parigi, Monaco, Hong Kong e Singapore, si fossero avvalsi dei sistemi di ADR, come la mediazione, avrebbero certamente risparmiato tempo e denaro e, con molta probabilità, raggiunto un accordo (non solo economico) di piena e reciproca soddisfazione.
Quali possono essere le controversie tipiche del settore arte?
Il sistema dell’arte genera tutta una serie di controversie che sono molto diverse tra loro per natura, oggetto e soggetti coinvolti, siano questi operatori professionali dell’arte (come case d’aste, gallerie), musei pubblici e privati, Stati e privati cittadini.
Le controversie in arte possono essere di natura contrattuale, come per la vendita o per il prestito di un’opera d’arte tra privati o tra musei e privati o ancora per il trasporto, il deposito e la custodia di un bene da parte di operatori specializzati, o di natura extra-contrattuale, come nel caso della richiesta di restituzione di un bene culturale illecitamente esportato dal paese d’origine o di certificati di autenticità di opere d’arte.
Nella sua esperienza, quanto pesano gli aspetti propriamente giuridici in questo genere di controversie?
La risoluzione delle controversie in arte può (anche se non necessariamente) richiedere specifiche competenze tecniche che non sempre un giudice del tribunale possiede. Nella mediazione, infatti, è possibile farsi assistere da un valutatore ogniqualvolta l’elemento peritale, sia per gli aspetti artistici (ad esempio, se si tratta di accertare l’autenticità di un’opera d’arte) sia per quelli economici (qualora sia necessario stimare il valore, il cosiddetto fair market value, dell’opera d’arte), è prevalente rispetto all’elemento giuridico (come invece, viceversa, avverrebbe nell’ipotesi di accertamento del titolo d’acquisto della proprietà dell’opera d’arte). Inoltre, le controversie in arte hanno spesso carattere internazionale coinvolgendo parti di differenti paesi e di diverso background culturale; in questo senso, gli aspetti giuridici passano in secondo piano e la mediazione diventa lo strumento più efficace per la composizione delle controversie soprattutto nei casi in cui sia coinvolto un bene culturale che rifletta l’identità di un paese o di una più ristretta comunità e per il quale uno Stato o un gruppo specifico di individui richieda la sua restituzione.
Esistono analoghe esperienze in altri paesi?
A livello internazionale, l’esperienza più significativa è quella avviata dall’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (WIPO) di Ginevra con l’International Council of Museums (ICOM). WIPO-ICOM hanno sviluppato uno speciale
procedimento di mediazione internazionale per le controversie aventi ad oggetto arte e patrimonio culturale in ragione delle sempre più frequenti liti sulle restituzioni delle opere d’arte sottratte dai Nazisti alle famiglie ebree nel corso della II Guerra Mondiale.
Le parti possono scegliere un mediatore con specifiche competenze nel settore della soluzione delle controversie nelle materie dell’arte e dei beni culturali dall’Elenco dei Mediatori di ICOM-WIPO. ICOM e il WIPO Center possono anche fornire alle parti assistenza e pareri imparziali e indipendenti nella procedura di mediazione.
Le parti inoltre sono coadiuvate da una chiara procedura contenuta nel Regolamento di mediazione (ICOM-WIPO Mediation Rules) che fa espresso riferimento all’ICOM Code of Ethics for Museums e che contiene specifiche disposizioni sull’indipedenza ed imparzialità del mediatore.
Vi è poi l’esperienza di Art Loss Register (UK), la più grande banca dati internazionale per la ricerca di oggetti d’arte smarriti o rubati, che fornisce anche un servizio di ricerca e di mediazione a collezionisti, operatori professionali del settore dell’arte, assicurazioni specializzate in opere d’arte e forze dell’ordine.
Vi sono poi esperienze di organismi privati di mediazione, come ad esempio, AR Art Resolve Mediation (Londra, UK) e Art ADR Global (Londra, UK)
*Silvia Stabile of counsel, BonelliErede, esperto in diritto dell’arte e dei beni culturali. Assiste regolarmente banche, family office, High-Net-Worth Individuals con importanti collezioni d’arte, fondazioni culturali, archivi, musei, gallerie d’arte, artisti, fotografi e designers, in ogni aspetto relativo alla protezione, circolazione, gestione e valutazione di opere e collezioni d’arte.