Competizione Italiana di Mediazione con gli occhi di uno studente

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Il 19 e 20 febbraio 2015, si svolgerà a Milano la Terza edizione della Competizione Italiana di Mediazione. Il programma definitivo dell’evento è disponibile qui.

Ecco qualche considerazione da parte della coordinatrice operativa della CIM.

di Claudia Chavarria Mendoza

La CIM – Competizione Italiana di Mediazione è alla sua terza edizione, ed è con orgoglio che il Comitato Organizzatore annuncia che le università partecipanti sono più che raddoppiate rispetto all’anno precedente: ben 14!
Ciò testimonia una maggior consapevolezza dell’importanza dell’ADR a livello universitario ed il fatto che le iniziative che trascendono il mero studio giuridico cominciano ad essere considerate preziose anche presso gli atenei italiani; è senza dubbio un segnale positivo.

In poche facoltà di giurisprudenza, nonostante le disposizioni legislative che fanno della mediazione una delle tappe fondamentali dell’inizio di un contenzioso, viene proposta una preparazione come negoziatore. Ed è per questo che la manifestazione diventa un evento con fini che esulano dalla mera gara tra università: è un contributo alla crescita dell’interesse e dell’informazione delle tecniche di negoziazione, allo scambio non solo tra studenti di diversi atenei, ma anche tra studenti e mediatori.

“La possibilità di rivalutare le liti in un’ottica che lascia più spazio agli interessi coinvolti senza strumentalizzarli come parti in un processo mi è da subito sembrato un punto molto importante”. Così afferma una delle studentesse facenti parte della squadra che parteciperà quest’anno alla competizione per l’università statale di Milano. Un aspetto sul quale ci si sofferma ben di rado da giuristi è il fatto che prima delle procedure, dei documenti e dei pareri legali ci sono delle persone con degli interessi in conflitto, ma con le quali è possibile dialogare per trovare un punto d’incontro e un compromesso. L’importanza della Competizione è anche nell’avere come proprio bagaglio nel percorso di studi, un’esperienza nella quale l’approccio a problemi creati ad hoc, ma che potrebbero essere motivo di contenzioso nella vita reale, diventa più umano e meno giuridico. Questo può venire prima di ogni cosa; “sono rimasta affascinata da come la mediazione possa tagliare trasversalmente ogni settore e offrire un punto di vista completamente differente e nuovo nelle controversie che possono nascere nella nostra società.”

Per questo la CIM milanese, come per la ICC Business Mediation competition di Parigi e per la IBA-VIAC Negotiation Competition di Vienna, è un’occasione rara; in quanti altri contesti docenti, avvocati e mediatori  condividono lo stesso tavolo di lavoro con gli studenti?

L’obiettivo sarà quello di rendere il confronto più proficuo possibile, anche per i professionisti.

Come afferma Giovanni Deodato nel VII° rapporto sull’utilizzo della Giustizia Alternativa in Italia: “L’auspicio è che, l’interesse crescente dimostrato dagli organismi internazionali e dai diversi Stati porti, in futuro, ad eliminare l’aggettivo “alternativi” e a considerarli come la strada maestra per comporre le liti, lasciando ai giudici il ruolo di “ultima soluzione”.