Ennesimo primo incontro di mediazione ed ennesima volta che mi sono sentita ripetere “la mediazione la fanno gli avvocati”. Ormai è un luogo comune, come “non ci sono più le mezze stagioni”, oppure “si stava meglio quando si stava peggio”.
Normalmente questa frase viene pronunciata dal legale che, a vista e dal tono di voce, dà la sensazione di essere il meno conciliativo tra quelli seduti al tavolo della mediazione. Poi ti ritrovi, come mediatore, a mediare non tra le parti sostanziali, ma tra gli avvocati.
Faticoso è far capire la differenza tra transazione, negoziazione e mediazione! Faticoso è anche far capire che ogni controversia è solo apparentemente incentrata sull’oggetto manifesto del contendere, nascondendo questioni di principio, componenti emotive ed emozionali e crisi relazionali. Questi aspetti sottesi riguardano tutti i soggetti coinvolti. Spesso capita di sentire un avvocato che si lamenta del collega di controparte, del comportamento che ha tenuto in fase di trattativa, addirittura di comportamenti scorretti. L’antipatia tra avvocati, alle volte, è evidente più degli attriti tra le parti. E’ come se, in sede di mediazione, tutti allentassero i freni inibitori, un po’ come nelle assemblee di condominio. Sarà l’idea della riservatezza, sarà la presenza del mediatore, terzo, imparziale, neutrale, indipendente ed indifferente: una specie di confessore ma anche moderatore stile conduttore di talk show. Poi improvvisamente capiscono cosa intendevi quando gli spiegavi a parole l’utilità del mediatore.
Recentemente ho partecipato ad una mediazione che ha visto coinvolte quattro parti. La vertenza ha riguardato l’emissione di rumori molesti all’interno di un condominio.
A e B hanno lamentato l’eccessiva rumorosità prodotta da C, scuola d’arte (musica, danza e recitazione) che occupa in affitto i locali di proprietà di D (pure condomino). Hanno tutti partecipato al primo incontro di mediazione. Sembrava di essere a “Forum”: A, B e C si sono urlati di tutto (ai limiti del dicibile), D è rimasto in osservazione modello geco sulla parte (se non faccio e non dico nulla, nessuno si accorge che ci sono). I più agguerriti sono stati gli avvocati di A, B e C: esattamente quelli che avevano manifestato da subito la volontà di non entrare in mediazione, giudicandola inutile poiché già loro avevano cercato di mediare per un accordo con i colleghi. “Caspita”, ho pensato, “se la mediazione l’hanno tentata così, strano che non sia finita nel sangue!!”
Ovviamente, l’avvocato di ciascuna parte ha avuto modo anche di litigare con l’altra parte. Ripristinato il silenzio, senza il martelletto del giudice di Forum, ho attirato l’attenzione dei presenti sulle loro modalità di relazione e comunicazione e sulla opportunità offerta dalla mediazione, per cercare di risolvere la vertenza ma anche ricomporre, o quantomeno chiarire, i rapporti. L’ora successiva è stata dedicata a sessioni separate con ciascuna parte, allo scadere della quale, hanno deciso di proseguire subito con la mediazione. Abbiamo trascorso insieme, nell’arco di tre incontri, circa undici ore alternando sessioni congiunte e separate con ciascuna parte o a gruppi: le parti hanno avuto l’occasione di esprimersi e di esporre le proprie ragioni e gli avvocati di confrontarsi a tutto tondo, non solo sulle questioni giuridiche ma anche su valutazioni di buon senso. Il punto di partenza era che la scuola chiudesse oppure, se proprio non fosse stato possibile, che insonorizzare completamente i locali.
La scuola intendeva rimanere nei medesimi locali ed era disposta ad eseguire delle opere di insonorizzazione, con il contributo economico della proprietà (che avrebbe dovuto essere interessata a mantenere il già decennale contratto di affitto) ma era necessario capire quali opere, a quali costi e entro quali parametri ridurre la rumorosità. Una perizia, che riportava rilevazioni fonometriche ed indicava le opere da eseguire, era già stata realizzata, ma non di concerto tra le parti, e quindi era stata contestata dalla parte che non vi aveva partecipato. La perizia è stata oggetto di lunga discussione, in quanto ritenuta imprescindibile dalla parte che l’ aveva commissionata. Di fronte a questa posizione di chiusura, la mediazione ha rischiato di chiudersi negativamente. L’alternativa sarebbe stata una causa all’ultimo coltello. A e B erano disposte ad arrivare oltre la Cassazione, là dove tutti un giorno giungeremo per essere giudicati (non per dire, ma davvero la frase “fino alla morte” è stata pronunciata da tutte le parti: A e B che volevano la chiusura della scuola, C che non voleva andarsene per nessuna ragione, né tanto meno spendere un patrimonio in lavori ritenuti folli, D che non intendeva né perdere l’inquilino né partecipare a spese non ritenute di sua competenza).
Faticosamente le parti sono state ricondotte a più miti consigli e insieme hanno valutato di ripetere una perizia in sede di mediazione, con tecnico individuato e suggerito dall’Organismo. Avrebbero civilmente valutato l’intervento più idoneo con attenzione ai costi da sostenere. All’incontro successivo, sarebbe stato presentato un preventivo del tecnico accompagnato da un curriculum per procedere alla nomina. Era quindi necessario che gli avvocati formulassero il quesito da sottoporre al perito, ma non si sono trovati d’accordo sui criteri secondo i quali verificare la rumorosità né sul numero di accessi necessario, né se affiancare al tecnico dei consulenti di parte.
Infine, con l’ausilio del mediatore, i legali hanno formulato un quesito che comprendesse tutte le alternative possibile: criterio giurisprudenziale, criterio amministrativo, entrambi, che venisse specificato il costo per ogni sopralluogo, che venisse contemplata la possibilità sia di nominare che non nominare tecnici di parte e, quindi, che venisse esposto prudenzialmente anche il costo per la risposta del ctu alle osservazioni dei tecnici di parte. Poi, alla luce anche dei costi esposti, gli avvocati avrebbero formulato il quesito definitivo.
Al successivo incontro di mediazione hanno partecipato tutti i legali e due delle quattro parti coinvolte. E’ stato presentato il preventivo con il curriculum e…… magia: si è abbassato il tono del confronto. Gli avvocati hanno analizzato nel dettaglio il preventivo del perito, ragionato insieme su come fosse più opportuno procedere: numero dei sopralluoghi, individuazione del momento di maggiori emissioni sonore, se eseguire contemporaneamente i rilievi nelle tre proprietà. Parlando e confrontandosi in modo costruttivo, si sono resi conto che le emissioni sonore non hanno la stessa intensità negli stessi momenti della giornata, quindi forse si potevano concentrare le lezioni più rumorose in orario in cui avrebbero meno disturbato, forse potevano analizzare insieme l’orario delle lezioni e distribuirle diversamente. Forse si poteva iniziare a sostituire le vetrate con altre più isolanti e con doppi vetri. Ancora, si poteva cambiare una pedana e intervenire sui soffitti di alcune aule. In questo modo gli interventi sarebbero stati contenuti e si poteva provare a vedere se la situazione sarebbe stata accettabile. Ma poi, perché il figlio di una delle parti istanti non provava ad andare a prendere qualche lezione di musica? L’avrebbe seguito personalmente il titolare della scuola. E perché l’altra parte istante, una coppia di signori ormai in pensione, non provava una lezione di ballo di coppia? Avrebbe potuto essere un bel modo per riempire il tempo, tenersi in forma e socializzare!
I legali hanno concordato nel non procedere con la perizia e di non conciliare, abbandonando il tavolo della mediazione con il proposito di conferire in separata sede con i propri assistiti, per poi tornare a incontrarsi per valutare i lavori indispensabili e gli orari delle lezioni. Il clima si è disteso, la discussione si è allargata ad argomenti non inerenti la mediazione, sono state scambiate battute e saluti cordiali.
Ecco l’utilità della mediazione.