Fare e promuovere

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Si è conclusa la X Settimana della conciliazione, con un buon successo di critica e di pubblico. L’uscita del Decreto Fare ha riacceso entusiasmi e polemiche, sopite per l’inverno e la primavera. E anche gli incontri informativi, i convegni e i seminari hanno assunto un nuovo vigore, come piante assetate dopo una pioggia ristoratrice. Ma critiche e plausi durano per un po’ e alla fine lasciano spazio ad altre novità e polemiche, che non mancano mai. Per misurare la dignità e la concretezza di uno strumento come la mediazione, va considerato il peso e la serietà delle iniziative che lo sostengono. E ben prima di pensare al reintroduzione della mediazione obbligatoria, se mai accadrà, Camera Arbitrale di Milano ha stipulato un duplice accordo con il CPR (International Institute for Conflict Prevention and Resolution). La duplice intesa prevede lo scambio di neutrals e, soprattutto, la promozione del 21st Century Corporate Pledge. Per i dettagli, rimandiamo alla pagina di Camera Arbitrale di Milano, chiarendo che ritorneremo ancora sul tema, perchè si tratta di un’occasione importante per la promozione dell’ADR in Italia.

Questi accordi dimostrano, se mai ce ne fosse il bisogno, la necessità di promuovere la mediazione come opportunità per le parti. Solo valorizzando questi aspetti si rende appetibile la mediazione alle imprese. Rendere il ricorso alla mediazione un obbligo ha senza dubbio la sua utilità, perchè è un modo per “portare le parti al tavolo”. Ma non si può pensare che l’obbligo, in quanto tale, possa assolvere alla funzione di promozione che quindi dovrà proseguire da parte di tutti i sostenitori della mediazione. Fare o non Fare.