Ci sono stati e ci saranno tanti convegni che parlano di mediazione. Ad esempio, non mancano quelli che hanno, tra i relatori, Autorità con la A maiuscola. Sono sempre presenti giornalisti e la platea è quella delle grandi occasioni. Parole bellissime, alate, che ci spiegano quanto la mediazione cambierà la nostra vita e come le esistenze di tutti miglioreranno. Il giorno dopo, magari, una frase dell’Autorità viene riproposta sul giornale e spesso non ha alcun nesso con la mediazione.
Poi ci sono gli incontri che propongono una serie interminabile di processualcivilisti, una categoria che, con qualche meritevole eccezione, deve ancora capire che la mediazione e il processo sono due strumenti profondamente diversi. Siccome il diritto processuale è una brutta bestia, la platea subisce passivamente questo genere di interventi senza capire granchè. Alla fine però tutti si spellano le mani, in segno di apprezzamento per chi ha deciso di consacrare la propria esistenza a temi così complessi. Cosa c’entri la mediazione con quel diluvio di articoli citati a braccio dal prof resta un tema di discussione bisbigliato durante il coffee break. Non bisogna poi dimenticarsi degli innumerevoli, perdibilissimi incontri e seminari dove tutti parlano e nessuna ha mai visto una mediazione “dal vivo”.
MediAlanum, il convegno che si terrà martedì 11 giugno, presso l’Università degli Studi di Milano mi pare possa rappresentare una significativa eccezione a quanto sopra.
MediAlanum propone una serie di mediatori, che parleranno di mediazione a persone interessate ad ascoltare di mediazione. E, almeno nelle intenzioni, par di capire che l’intenzione sia di discuterne in termini pratici. Insomma, non la vita come dovrebbe essere ma come effettivamente è.
Perchè in tanti abbiamo apprezzato le belle parole e le alte metafore ma in pochi parlano della vita vera, dei successi ma pure degli insuccessi della mediazione. Del come e perchè funziona nella vita di tutti i giorni, fuori dalle pagine dei manuali, oltre le discussioni accademiche.
Insomma si parlerà di pratica, magari non bella ma genuina.
Come le mele che si trovano nelle vigne, bruttarelle e ammaccate ma buone e saporite.