La mediazione a Lodi

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Oggi il tour degli organismi di mediazione fa tappa a Lodi dove incontriamo il Segretario Generale, Maria Paola Esposito.

Perché la Camera di Commercio di Lodi ha deciso di occuparsi di mediazione?

La Camera di Commercio di Lodi si occupa di procedure di giustizia alternativa dal lontano 1998, ben prima dunque dell’entrata in vigore del decreto n. 28 del 2010. Poiché la mediazione si colloca nel solco della conciliazione, la scelta di presidiare anche il settore della mediazione non è stata altro che una logica conseguenza. Quanto all’attenzione riservata dalla Camera alle procedure di giustizia alternativa, è attribuibile al fatto che ne riconosciamo le indubbie potenzialità: in effetti si tratta di procedure rapide, dai costi contenuti, e sulla base della nostra esperienza mi sento di dire anche efficaci.

Quante mediazioni avete gestito nel corso del 2012, che se non sbaglio è stato il vostro primo anno di operatività?

Abbiamo gestito 33 procedure. Il valore medio riscontrato è di circa 23.000 €, a conferma del fatto che la mediazione non è utile solo per liti “bagatellari” come ancora qualcuno si ostina a sostenere. Quanto alla tempistica in media le procedure sono durate meno di 50 gg circa con una percentuale di accordo che è di circa il 60% per le procedure in cui vi è stata l’adesione.

Quale ritiene sia il punto di forza dell’Organismo?

La qualità dei mediatori, che nel complesso si sono rivelati all’altezza delle nostre aspettative. Ed è un punto rispetto al quale prestiamo molto attenzione. In effetti, per essere iscritti nella nostra lista, tutti i mediatori hanno dovuto superare una prova di selezione organizzata congiuntamente da Isdaci e CAM, ed inoltre sulla scia di quanto fatto da Camera Arbitrale con cui già dallo scorso anno è in essere una convenzione, abbiamo costantemente monitorato l’operato di ciascuno presenziando ad ogni incontro, anticipando quanto fatto in seguito da molte Camere lombarde.

Quali le principali problematiche riscontrate?

Abbiamo riscontrato una forte resistenza da parte del territorio ad “aprirsi” alla mediazione. E ciò non è da ascrivere unicamente all’annosa questione della scarsa conoscenza degli strumenti ADR, ma anche alla difficoltà che le persone hanno nel calarsi nell’ottica in cui porsi in mediazione. Si è infatti abituati ad affrontare il conflitto come una sorta di  prova di forza in cui far prevalere le proprie ragioni, a maggior ragione se la controversia deve essere sottoposta al giudizio di un terzo chiamato a decidere nel merito. L’approccio richiesto in mediazione è antitetico poiché le parti, con l’ausilio del mediatore, al fine di arrivare all’autocomposizione della controversia devono cercare di comprendere il punto di vista altrui e “scoprire le proprie carte”, ossia manifestare le rispettive esigenze per trovare un punto di contatto soddisfacente, non abbandonando le proprie ragioni ma lasciandole sullo sfondo.

Quali iniziative avete realizzato per diffondere la cultura della mediazione?

Abbiamo messo in campo tutta una serie di iniziative che prima ancora che mirare ad incrementare nell’immediato il numero di pratiche, ambiscono a gettare le basi per una diffusione della cultura conciliativa il più possibile su larga scala. Tra le varie iniziative piace ricordare la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa per la diffusione della mediazione con i Comuni di Codogno, Sant’Angelo Lodigiano e Lodi; l’adesione al Protocollo d’Intesa promosso dalla Regione lo “Sportello Informativo della Casa” presso la sede territoriale di Lodi ove è possibile reperire informazioni di base sull’attività dell’Organismo; la realizzazione di eventi presso le scuole superiori del territorio, e da ultimo ma non certo per importanza la riduzione delle tariffe sino ai livelli dell’ex mediazione obbligatoria.

Quali programmi avete per il futuro?

Nonostante l’impatto della sentenza della Corte Costituzionale, vi è l’intenzione di continuare a presidiare comunque quello che riteniamo un settore strategico, anche alla luce degli indirizzi provenienti dall’Europa, soprattutto per le positive ricadute economico-sociali che la mediazione potrebbe ingenerare sul territorio. Poiché è erroneamente passato il messaggio che la mediazione è stata ritenuta incostituzionale tout court, la parola chiave per l’immediato futuro sembra essere “promozione”. Motivo per il quale cercheremo di organizzare seminari sia rivolti al mondo forense che a quello delle imprese. Il prossimo, dedicato alle ADR internazionali si terrà l’11 Aprile.