Finalmente, dopo tanta attesa, perplessità, proteste e discussioni, si parte. Dal 21 marzo 2011, a coloro che fino ad oggi hanno utilizzato la mediazione, con convinzione e spesso con soddisfazione, si affiancheranno soggetti che saranno costretti a percorrere questa strada. Proprio intorno a questa “costrizione” si è tanto detto, scritto e protestato. Lo sciopero degli avvocati va in questa direzione. In contrapposizione, si sono alzate le voci di coloro che la mediazione la sostengono con forza e considerano il ricorso all’obbligatorietà come un pedaggio necessario per far decollare la cultura della mediazione stessa. Chi scrive si occupa di questa materia dal 1997 ed ha vissuto, nel corso di questi anni, le perplessità e i timori degli uni e l’entusiasmo e la determinazione degli altri. Perchè quando ci si avvicina ad uno strumento così nuovo e così lontano dalle nostre abitudini, è giusto avere dubbi così come è normale farsi trascinare dalla voglia di cambiare e di far funzionare meglio il mondo che ci circonda. La mediazione è qualcosa che si spiega in pochi minuti ma si comprende realmente solo dopo parecchio tempo. Credo quindi che sia del tutto normale quanto è avvenuto: i contrasti a cui stiamo assistendo riflettono il conflitto che tutti noi, almeno in parte, sviluppiamo nei confronti della mediazione.
Ora che il treno è in partenza, mi permetto di suggerire a tutti di avvicinarsi con più serenità ai problemi concreti cercando di far funzionare lo strumento che abbiamo a disposizione. Sospendiamo, almeno per qualche tempo, ogni forma di giudizio (e di pre-giudizio), anche positivo, e cerchiamo di vedere se e come possiamo veramente mediare (anche con noi stessi).
G.Nicola Giudice
Responsabile Servizio di conciliazione-Camera Arbitrale di Milano