L’identikit del mediatore

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JoeSusanRobertSam

Tornando alle caratteristiche che rendono un mediatore un  bravo mediatore, alcuni mi hanno detto che l’equazione andrebbe “complicata”. Mi sono stati segnalati altri fattori capaci di rendere lo stesso mediatore più o meno bravo da un’occasione all’altra. Si tratta di fattori esterni, come per esempio la fortuna, che può giovare però sia ad un bravo conciliatore che ad uno meno dotato. Vero è che, incontrare parti più o meno disponibili a negoziare o con i giusti presupposti per poter sperimentare soluzioni creative, può sicuramente permettere ad un mediatore di raggiungere l’obiettivo dell’accordo, indipendentemente dalla sua bravura.
Un altro elemento, seppur catalogabile tra le “doti personali”, può essere dato dall’aspetto esteriore. Chi è il mediatore, come si presenta alle parti e il tipo di impressione che sucita, sono aspetti di una certa importanza.
Il mediatore deve saper infondere sicurezza, essere percepito come affidabile, avere doti empatiche…
Quanto giocano su questo l’età, il sesso e lo stile personale? Qual è il suo identikit?
E’ risaputo, ad esempio, che la barba bianca viene facilmente associata al concetto di saggezza e razionalità e provoca sensazioni di sicurezza e affidabilità nelle parti.
Le donne, dunque, sembrerebbero escluse da questo identikit…
Recentemente, però, sul blog di Peter Phillips ho letto un post intitolato “Gender negotiation an interesting study of a perennial topic”  in cui vengono analizzate e messe a confronto le differenze dei due diversi approcci, maschile e femminile, alla negoziazione, alla luce delle caratteristiche sociali stereotipate delle donne rispetto a quelle degli uomini.
Analizzando le caratteristiche delle donne, istintivamente più inclini a considerare l’aspetto emotivo dei rapporti, ad essere più intuitive e prudenti e a dare grande importanza alla relazione in gioco, si può arrivare a concludere che siano naturalmente più “mediatrici”, rispetto ai propri colleghi del sesso forte.
Al di là delle differenze di genere, poi, esistono anche differenze di stile. Alcuni mediatori hanno la tendenza ad essere più impostati e formali, mentre altri hanno un tratto più amichevole e confidenziale.
Qual è, dunque, l’identikit del mediatore ideale? Chi può essere percepito meglio dalle parti e in quali occasioni?

 

 

di Emanuela Villa